BIM

Nuovo Decreto n. 312 sul BIM

E’ stato da poco pubblicato un nuovo decreto che aggiorna il Decreto Baratono (D.M. 560/2017), testo di riferimento nazionale all’adozione della metodologia BIM per gli appalti pubblici.

In questo nuovo testo, si introducono alcune definizioni che vanno meglio a definire le modalità di adozione delle procedure BIM, andando anche a chiarire le modalità di premialità previste per incentivare l’adozione di questa nuova metodologia.

Nel D.M. 560/2017 veniva specificato che le stazioni appaltanti dovevano adempiere preliminarmente alle seguenti attività:

  • Adozione di un piano formativo per il proprio personale coinvolto nelle procedure
  • Adozione di un piano di acquisizione ed organizzazione dell’infrastruttura hardware/software necessaria per la gestione dei processi BIM
  • L’assunzione di un atto organizzativo in cui specificare i processi di monitoraggio e gestione delle varie fasi procedurali in tutte le sue specifiche applicative.

Nel nuovo Decreto viene alleggerito tale requisito allo scopo di incentivare l’adozione sperimentale del BIM nelle pubbliche amministrazioni, prevedendo tale possibilità anche se queste non hanno ancora adottato le condizioni di cui sopra, ma le abbiano previste in una programmazione.

Come sappiamo, l’adozione del BIM ha portato notevoli stravolgimenti all’interno di enti appaltanti e studi professionali, andando spesso a ridefinire dinamiche, procedure e competenze interne. Per agevolare tale processo di adeguamento ed in considerazione anche delle forti limitazioni che il COVID ha portato all’interno dell’intero mercato, il nuovo decreto definisce una riprogrammazione delle date di adozione come segue:

  • 1 gennaio 2022: per le opere di nuova costruzione ed interventi su costruzioni esistenti, fatta eccezione per le opere di ordinaria manutenzione di importo a base di gara pari o superiore a 15 milioni di euro;
  • 1 gennaio 2023: per le opere di nuova costruzione, ed interventi su costruzioni esistenti, fatta eccezione per le opere di ordinaria e straordinaria manutenzione di importo a base di gara pari o superiore alla soglia di cui all’articolo 35 del codice dei contratti pubblici;
  • 1 gennaio 2025: per le opere di nuova costruzione, ed interventi su costruzioni esistenti, fatta eccezione per le opere di ordinaria e straordinaria manutenzione di importo a base di gara pari o superiore a 1 milione di euro.

Come si nota, viene meno la soglia al di sotto del milione di euro, probabilmente in attesa di monitorare l’adozione di queste nuove procedure nel mercato e valutarne i processi attuati.

Un’altra modifica interessante introdotta dal D.M. 312/2021 riguarda la disponibilità del modello informativo dello stato di fatto,  che il Decreto precedente (art. 7) prevedeva dovesse essere incluso all’interno del capitolato informativo e che ora diventa facoltativo, liberando così l’onere di una digitalizzazione del patrimonio edilizio gestito dell’ente appaltante che poteva rallentare la sperimentazione e l’adozione delle nuove procedure.

Per incentivare l’adozione del BIM, questo nuovo decreto introduce anche la possibilità di prevedere delle premialità in fase di aggiudicazione di gara, andando ad identificare quelle offerte che consentano l’integrazione dei modelli all’interno dell’infrastruttura di gestione dell’ente o tali da agevolare la tracciabilità ed il monitoraggio del ciclo di vita dell’opera.

Per approfondire:

Decreto Ministeriale numero 312 del 02/08/2021
Articolo Ingenio-web

Immagine di copertina di Paul Wilkinson

Revit 2022 novità

Come ogni anno in questo periodo arriva la nuova release di Revit che anima gli utilizzatori nella speranza di trovare upgrade che superino i limiti di utilizzo del software di Authoring di casa Autodesk.
Dalle prime news, devo ammettere che quest’anno ci sono alcune interessanti novità che penso possano confortare la stragrande maggioranza dei professionisti BIM.
In attesa di poterle provare in prima persona, ho cercato qui di sintetizzarle, dando risalto a quelle che – ovviamente secondo le mie necessità – risultano le novità più interessanti.

Murature variabili

Iniziamo con quella a cui avevo riposto maggiore aspettative.
Finalmente Revit supporta le murature a stratigrafia variabile, per la modellazione dei paramenti fuori piombo.

Probabilmente, per chi come me utilizza Revit soprattuto in ambito HBIM, ritengo che questa sia la caratteristica di cui si sentiva maggiore necessità e che trovava ripiego in varie e discutibili strategie e workround.
Nella versione 2022 finalmente è possibile aggiungere ad un determinato strato del pacchetto murario la proprietà “variabile” (come succedeva già per i pavimenti e tetti) per compensare l’inclinazione del muro.


In questo modo è possibile, tramite le proprietà di tipo, impostare un’inclinazione indipendente di entrambe le facce della nostra muratura ed ottenere il nostro muro personalizzato.
L’inserimento degli inserti potrà essere allineato ad entrambe le facce.

Load Autodesk Family

Una funzione che si allinea ad altri software di modellazione parametrica è l’accesso migliorato alla libreria di famiglie caricabili che Autodesk ci offre. Al pulsante caratteristico che troviamo nella scheda INSERISCI da cui possiamo caricare i files .RFA, si aggiunge un pulsante che consente di accedere ad una finestra di selezione che ci consente di scorrere e ricercare in modo globale gli elementi che ci interessano, indipendentemente dalla “cartella” in cui risiedono, tramite una navigazione facilitata ed una ricerca testuale.

Integrazione con FormIt

L’integrazione con il software FormIt Pro è stata nativamente supportata in modo bidirezionale, consentendo di esportare una geometria da Revit all’interno del programma di concept, modificarla qui dentro e ritornare con una sorta di switch-back all’interno di Revit, ritrovando ovviamente le geometrie aggiornate ed i relativi materiali.
Altra possibilità che ci viene offerta nella nuova versione di Revit è il supporto del formato axm di FormIt nella finestra di inserimento CAD, supportando in tale operazione il riconoscimento dei materiali e di eventuali layers.
In quest’ultima features troviamo anche il supporto per il formato 3DM di Rhinoceros.

Resta ovviamente da valutare l’aspetto semantico che entrambe le procedure ci consentiranno di mantenere all’interno del nostro progetto BIM.

Condivisione web delle viste

Una caratteristica che si preannuncia molto utile in ambito operativo è la possibilità di condividere tramite il web delle viste 2D del nostro progetto, che potranno così essere automaticamente condivise ed utilizzate come base per delle revisioni da remoto.

Immaginate quindi di dover far revisionare una tavola del vostro progetto; anziché realizzare un PDF e inviarlo via email, con questa funzionalità potremmo caricare automaticamente la nostra vista su un cloud basato su Autodesk viewer e renderla visibile e commentabile dal nostro interlocutore.
Tali revisioni, saranno visualizzabili direttamente all’interno di Revit.

Abachi e computi

Nella parte di report analitico, Revit 2022 ha inserito il supporto della proprietà workset all’interno dei campi di computi e abachi, dandoci così la possibilità di filtrare i nostri report in base a queste proprietà.

Altre interessanti funzionalità che riguardano la reportistica aggiungono scalabilità e facilità di configurazione, agevolando la creazione degli abachi.

Per approfondire: https://blogs.autodesk.com/revit/2021/04/06/whats-new-in-revit-2022/

Come modellare volte e cupole in Revit

Quando parliamo di modellazione di edifici storici in BIM, si genera sempre un po’ di preoccupazione per come modellare le irregolarità morfologiche che contraddistinguono gli stili degli edifici più antichi.
La modellazione BIM e più in generale la modellazione tridimensionale parametrica, impone delle rigidità costruttive che spesso non agevolano la geometrizzazione degli elementi costruttivi di edifici storici. A questo si aggiunge il difficile connubio tra livello di dettaglio geometrico (LOG) e la coerenza semantica indispensabile all’inserimento informativo nel modello.

Alcuni prediligono l’approccio che tende a riprodurre pedissequamente la forma degli elementi tramite l’utilizzo di componenti locali o di mesh ricavate da rilievi laser.
Questa modalità, però, pur consentendo maggiore espressività geometrica, esclude una serie di informazioni attribuibili invece agli elementi di sistema.
Entrando nello specifico, potremmo affermare che il metodo più “corretto” per la modellazione delle volte e delle cupole, dovrebbe prevedere l’utilizzo delle famiglie di sistema (pavimenti, muri, tetti) correttamente configurati anche tramite l’ausilio della loro stratigrafia.
Finché si tratta di volte semplici (come le volte a botte regolari) possiamo utilizzare lo strumento TETTO DA ESTRUSIONE, ma quando abbiamo a che fare con costruzioni più complesse ed articolate, allora ci possiamo scontrare con i limiti dei comandi di generazione offerti da Revit.
Una strategia per aggirare tali limitazioni può prevedere l’utilizzo delle masse locali.

All’interno di Revit le masse locali sono finalizzate prevalentemente allo studio concettuale e volumetrico del progetto, offrendo libertà nella creazione di tale forme e permettendo la conversione delle superfici in tetti, pavimenti e muri.
Sfruttando questa possibilità, possiamo importare come massa locale un file DWG contenente delle superfici 3D che riproducono le superfici delle volte o delle cupole che intendiamo modellare e successivamente, in Revit, associare a tali elementi dei pavimenti, muri o tetti.
Durante l’associazione di questi elementi, possiamo anche definire l’ubicazione rispetto alla superficie dell’intradosso o estradosso del pacchetto stratigrafico.

Per generare questo superfici 3D, possiamo utilizzare qualsiasi programma.
In questo caso, ho voluto individuare un flusso di lavoro partendo da Autocad, perchè software largamente conosciuto ed utilizzato in ambito AEC ed inoltre perché offre comandi CAD che consentono una facile integrazione delle geometrie generative.

Sono diversi i formati che Revit riconosce all’interno del processo di importazione in una massa locale: DWG, DXF, SAT, SKP, 3DM e DGN

Questo approccio, ovviamente, non è privo di limitazioni e criticità.
Ad esempio, stiamo attualmente conducendo delle sperimentazioni per trovare delle modalità di creazione funzionale per i rinfianchi delle volte o, ad esempio, per risolvere alcuni problemi di generazione dei tetti che Revit impone quando le geometrie risultano troppo complesse.

Non va dimenticato, che nell’approccio con metodologia BIM la geometria deve coniugarsi sempre alle necessità informative dettate dalla committenza o dalle finalità progettuali.

Per approfondire tale approccio, ho realizzato dei tutorial in cui costruisco alcune volte e cupole partendo da Autocad fino a Revit. (VEDI TUTORIAL SUL CANALE YOUTUBE )

Il modello BIM per la creazione di un sistema conoscitivo architettonico.

Il modello BIM per la costruzione di un sistema conoscitivo architettonico : Il palazzo Caputi di Ruvo di Puglia, Bari, Italia

The BIM model for the building of an architectural knowledge system : The Caputi Palace in Ruvo di Puglia, Bari, Italy.
Verdoscia, Cesare | Mongiello, Giovanni | Tavolare, Riccardo | Musicco, Antonella | Di Puppo, Mario

LINK: https://www.torrossa.com/it/resources/an/4557489#

AbstractAbstract
LA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO DIPENDE DAL SISTEMA DI CONOSCENZA. SONO NECESSARI STRUMENTI CHE OLTRE ALLA RIPRODUZIONE GRAFICA CONSENTANO DI RACCOGLIERE, CONFRONTARE, AGGIORNARE E CONDIVIDERE I DATI ARCHIVISTICI E DI RILIEVO. LA NATURA COMPUTAZIONALE E PARAMETRICA DEI MODELLI HBIM (HISTORICAL BUILDING INFORMATION MODELING) DEFINISCE MODELLI TRIDIMENSIONALI UTILI ALLA COSTRUZIONE E FRUIZIONE ALL’INTERNO DI UN SISTEMA COGNITIVO CHE LI METTA IN RELAZIONE CON I DATI INFORMATIVI. NEL SEGUENTE LAVORO DI RICERCA L’APPROCCIO È STATO APPLICATO AL PALAZZO CAPUTI, RUVO (SUD ITALIA). THE CONSERVATION OF THE HISTORICAL HERITAGE DEPENDS ON THE KNOWLEDGE SYSTEM. INSTRUMENTS THAT, APART FROM THE GRAPHIC REPRODUCTION, ALLOW TO COLLECT, COMPARE, UPDATE AND SHARE RECORDS AND THE DATA COLLECTED ARE FUNDAMENTAL. THE COMPUTATIONAL AND PARAMETRIC NATURE OF THE HBIM (HISTORICAL BUILDING INFORMATION MODELLING) MODELS ALLOW THE CONSTRUCTION OF THREE-DIMENSIONAL MODELS USEFUL TO THE BUILDING OF A COGNITIVE SYSTEM ABLE TO PUT THEM IN CONNECTION WITH THE INFORMATIVE DATA. IN THE FOLLOWING RESEARCH WORK, THIS APPROACH WAS APPLIED TO “PALAZZO CAPUTI”, A HISTORICAL LANDMARK IN RUVO DI PUGLIA (IN SOUTHERN ITALY).